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Il suono semplice. In dialogo con la musica

Da un po' di tempo la musica non è più un bene comune, porta a dividere più che unire. Divide i giovani dagli adulti, i ricchi dai poveri, gli istruiti dai meno istruiti, i musicisti dai non musicisti. Oggi c'è uno strapotere della musica pop, che come per il calcio da puro intrattenimento è diventato un intoccabile business. La scelta dei singoli è sempre più difficile, per lo più sono i grandi canali di comunicazione di massa che decidono: ma chi vende musica non ama la musica. I musicisti hanno una grande responsabilità: in particolare noi, quelli di formazione classica, perché abbiamo dimenticato che la musica è condivisione, ed è un fenomeno che si crea a partire da chi ascolta, non dall'alto (come avviene nel caso di quella classica che pop, per ragioni diverse) rendendo il proprio pubblico sempre più passivo. Dunque, riportare la musica nella vita delle persone... ma quale musica? Io dico: la musica forte, la musica che resiste alle mode, la musica che unisce le persone in tempi e luoghi diversi, la musica che non è solo intrattenimento o evasione. Ascoltare, sentire, conoscere, con l'aiuto delle parole, abbandonandosi all'esperienza del suono. Il suono semplice, che parla a noi tutti, senza distinzioni.

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