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Scarlatti e la musica spagnola del '900


L'opera di Domenico Scarlatti è indissolubilmente legata alla scrittura per strumenti a tastiera. Egli sviluppa una tecnica e uno stile unico per il clavicembalo, eppure parte di questa unicità affonda le radici nella contiguità di Scarlati con la musica popolare spagnola. E' proprio Manuel de Falla a segnalare nel suo scritto dedicato all'origine del cante jondo come Scarlatti fu l'unico musicista a intuire prima del '900 ( e prima di Debussy) la ricchezza dell'eredità musicale iberica. E ancora, più di recente, una delle massime studiose di Scarlatti, Emilia Fadini , conferma l'intuizione di Kirkpatrick con uno studio in cui dimostra la prossimità dei materiali musicali del flamenco con elementi della scrittura scarlattiana. Ed è in questo spazio che si inserisce la chitarra, non a caso icona della musica popolare spagnola. Nel 1935 Andrés Segovia, che fu tra più innovativi chitarristi del XX secolo, inaugura una tendenza che continua tuttora, con la pratica della trascrizione. Alcune Sonate scelte tra quelle particolarmente vicine ai colori della chitarra, trovano infatti occasione per rinnovare la loro ricchezza ed espressività nelle sei corde, ed è ormai lecito attendersi in un programma di musiche per chitarra la presenza del questo autore diviso fra origine napoletana e influenza iberica. Non è casuale, dunque, l'idea di affiancare alcune significative pagine della letteratura per chitarra del Novecento a queste trascrizioni, nell'idea di mostrare come la sensibilità verso il suono e il colore inaugurata da Debussy agli inizi del secolo sia parallela alla riscoperta sulla chitarra di questo genio italiano del Settecento. Faranno da contrappunto ai gioielli musicali di Scarlatti, selezionati fra le Sonate più prossime all'idioma chitarristico, ovviamente l'Homenaje di Manuel De Falla, prima opera significativa di un compositore non chitarrista nel XX secolo, vero punto di inizio della rinascita della letteratura della chitarra. Con lui altri due autori - Joaquin Turina e Federico Moreno Torroba - che scrissero nella stessa epoca (anni Venti) ispirati da Segovia e dalla riscoperta dell'identità musicale spagnola. In ipotetica continuità con essi, due autori che si ispirano alla stessa poetica musicale. La loro musica, ricca di forti contrasti e di chiaroscuri tipicamente "scarlattiani", manifesta una singolare prossimità. Il contemporaneo Tomas Marco scrive infatti pensando e ri-pensando (attraverso un'operazione di ermeneutica compositiva) la Fantasia (1954) del catalano Robero Gerhard, facendo un'operazione che ricorda in tutto quella della trascrizione, che guarda alla possibilità di rinnovare i materiali musicali già scritti (e per questo noti), dando loro una nuova vita attraverso il suono di un nuovo strumento.


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